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Decimo dono rinnovato: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale terrestre
passiva inimicale sul secondo bene inerente. Con la
sua nuova autorità magistrale, fa dilatare il sesto comandamento:
‘Non commettere adulterio’: né quello gustoso,
né quello bramoso. Il gustoso e il bramoso colpiscono
quella fedeltà che i coniugi si sono promessi. La colpisce
l’amore egoisticale.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova.
Tocca la preghiera del dire egoisticale ed ecco uscir fuori
la preghiera del fare sacrificale. Al fare sacrificale ci si
accosta pregandolo. Quando pregate, voi dite: Padre
nostro che sei nei cieli. Preghiera sacrificale, da dire e da
fare. Bene appellato e collocato.
Bene augurato e perorato; bene attualizzato: Sia fatta la
tua volontà sacrificale come in cielo così in terra. È la
volontà divina Paterna.
Vuole il sacrificale suo celeste: sacrificandosi e lasciandosi
sacrificare. Vuole il sacrificale terrestre: il suo e il
nostro. Il nostro attivo e passivo.
Il passivo cosmico e inimicale. Il nemico mi può sacrificare:
i beni componenti, i beni aderenti, i beni inerenti. Il
secondo: l’autorità umana.
Per giudicare l’umana, occhio alla divina. C’è un’autorità
che scende da Dio. È discesa in Gesù in forma personale
di Figlio. In Gesù ne abbiamo trovata una prima: l’autorità
magistrale: di Maestro. Con quella sua autorità fa dilatare
la legge antica.
1) Lo fa col quinto comandamento: non uccidere. Adesso
Lui dice che nell’omicidio ci sta pure l’adirarsi col fratello,
l’offendere l’umano e il divino nella persona. Ne
consegue un comandamento nuovo: va’ a riconciliarti
col fratello; e una raccomandazione: sii condiscendente
col tuo avversario.
2) Comandamento sesto: lo fa pure con questo comandamento.
‘Non commettere adulterio’, ‘ed ora io dico a
voi: chiunque guarda una donna con desiderio di lei, ha
già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
L’adulterio cos’è?
Adulterio è un termine che viene dal latino: ‘Ad alterum
ire’: andare da un altro o da un’altra.
1) Chi va da altri può essere un uomo (adultero) o una
donna (adultera) sposati.
2) Chi va da altri lo può fare dissenziente (inscio) o consenziente
(conscio) l’altra parte. Oggi si fa strada l’adulterio
consensuale. Ci si dà il permesso vicendevolmente.
3) Cosa colpisce? Il matrimonio o patto di fedeltà coniugale
che i due sposi si sono promessi liberamente.
4) Che cosa adopera la coppia per mantenersi fedele l’uno
all’altra? È facile la risposta: l’amore. Ma quale amore?
Normalmente è quello che dà ad ambedue una forte
sensazione di piacersi vicendevolmente.
Quell’amore è di natura egoisticale, racchiude non la vita,
ma la morte dell’amore. Ci si promette fedeltà con un
amore che la uccide. Come mai?
1) Chi non lo sa che il piacere coniugale va scemando col
passare degli anni?
2) D’altra parte l’amore egoisticale non conosce mai la
sazietà, ma alimenta una brama crescente che lancia
alla ricerca di sorgenti nuove.
3) Se aggiungiamo le offerte fiabesche che la donna
appronta ad ogni uomo, è la donna in immagine e la
donna in concreto, allora abbiamo la misura dei facili
cedimenti ad altri.
Non appena una nuova sorgente supera il piacere della
usuale, il passaggio alla nuova è immediato: scoppia
l’adulterio gustoso. Allora l’adultero, come l’adultera,
diventano mostri di menzogna e di finzione. Ma prima di
passare ad altri, c’è tutta una incubazione fatta di pensieri,
di desideri, di incontri compiacenti, di amicizie mal celate,
di sguardi e di ammiccamenti compiacenti. Lo chiamiamo
adulterio bramoso, della stessa gravità del gustoso.
Il mondo è saturo di aspiranti adulteri che vanno alla fin
fine a ingrassare il torrente limaccioso e putrido degli
adulteri gustosi.
L’occhio brama e la mano prende: occhio e mano sono i
mezzi impiegati per consumare l’adulterio. I matrimoni,
non esclusi i cristiani, nascono così: coll’amore egoisticale;
amore che non tiene e ti porta ad adulterare. Solo
l’amore sacrificale in azione prima e poi, che gestisce la
castità pre e matrimoniale è unico garante della fedeltà
coniugale. Solo il sacrificale ti fa cavaocchi e tagliamano
e bruciabrame sensuali. Dal medico una simile malattia
dovrebbe esprimersi così: sono un adultero bramoso e
gustoso. Dilatazione dell’adulterio.

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