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Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale.
b) Mi può scandalizzare il bene.
Il bene messianico ha fatto rasentare lo scandalo a
Giovanni Battista. Il carcere gli viene riferito un Messia
non pensato. Non di fuoco, ma remissivo. Certezza fideata
e visuata scemano. Nel dubbio provoca un pronunciamento.
Il ‘beato’ di Gesù lo salva.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova.
Tocca la preghiera del dire egoisticale ed ecco uscir fuori
la preghiera del fare sacrificale. Al fare sacrificale ci si
accosta pregandolo. Quando pregate, voi dite: Padre
nostro che sei nei cieli. Preghiera sacrificale, da dire e da
fare. Bene appellato e collocato.
Bene augurato e perorato; bene attualizzato: Sia fatta la
tua volontà sacrificale come in cielo così in terra. È la
volontà divina Paterna.
Vuole il sacrificale suo celeste: sacrificandosi e lasciandosi
sacrificare. Vuole il sacrificale terrestre:
- il suo: per volontà moritiva salvifica: salva morendo.
- Il nostro:
a) L’attivo: quello che mi do al piacerale
b) Il passivo: quello che il Padre mi dona per la mia
assoluzione presente.
Mi può sacrificare il cosmo, come il nemico: sacrificale
inimicale. Può sacrificare i miei beni: i componenti:
a) il corpo animato: con la mutilazione o l’uccisione
b) Lo spirito creato: affidandogli la menzogna
c) Lo spirito divino Paterno che fa spiritato il mio:
mediante lo scandalo che mi faccia passare dalla
potenza all’atto la morte dell’amore. ‘È il male fatto
o detto, che toccando gli altri li invoglia a peccare’.
1) Che scandalizza è il male.
2) E il bene?
Incredibile, ma vero: anche il bene mi può scandalizzare. Il
male: si identifica con Satana. Il bene: si identifica con Dio.
Dio è il sommo bene increato: in Dio c’è un sommo bene
Paterno e un sommo bene Figliale. Il sommo bene Figliale
è Gesù Cristo: il Figlio in carne umana. Gesù può scandalizzare.
Ha fatto rasentare lo scandalo nientemeno che a
Giovanni Battista. Giovanni è uscito di scena. Erode ha
messo a tacere quella voce tuonante sul suo adulterio seppellendola
nel carcere di Macheronte. Tramite i suoi discepoli
segue appassionatamente lo svolgimento delle opere
del Cristo. Si fa avanti in lui un insidioso sospetto. Da quello
che Gesù fa e da quello che Gesù dice viene fuori un
Cristo che è all’opposto di quello che aveva pensato. Aveva
pensato un Cristo pronto e deciso a ripulire l’aia di Israele
separando il buon grano dalla pula per destinarla al fuoco
inestinguibile, eccoti invece un Cristo tutto bontà, mitezza e
misericordia. Le sue certezze si vanno estinguendo. Non
solo le fideate, ma finanche le visuate. Colui che lo aveva
mandato a battezzare gli aveva fornito una indicazione precisa:
‘Colui sul quale vedrai scendere lo Spirito Santo in
forma di colomba, è colui che battezza in Spirito Santo e
fuoco’. La conferma visuata fu puntuale. Battezzato da
Giovanni, Gesù esce dall’acqua e con Lui orante si compone
la scena trinitaria: Gesù, la colomba, la voce del Padre.
La scena lo fece tanto convinto da annunciarlo a chiunque:
‘Ed io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di
Dio’. Ora la sua certezza non solo fideata, ma visuata viene
assalita da un dubbio atroce che lo fa vacillare. Da quel che
fa, forse non è Lui il Messia, e io mi sono ingannato, si dice.
Il dubbio trae alimento dalla sua condizione: incarcerato,
con la morte incombente su di lui senza che il Cristo abbia
mosso un dito per salvarlo da una fine ingloriosa. Il dubbio
lo fa spasimante. Ne vuole uscire. Incarica i suoi discepoli
a provocare da Gesù stesso una risposta risolutiva. La
domanda è stringente: ‘Sei tu il Messia o ne dobbiamo
attendere un altro?’. Prima mandati da Giovanni, ora inviati
da Gesù con l’incarico di riferire la scena cui hanno assistito:
ciechi, sordi, zoppi, lebbrosi, morti.
Di riferire pure in quale direzione va la sua parola: i piccoli
vengono evangelizzati. I piccoli sono i perseguitati per
causa del suo nome. Ma la parola che ridarrà certezza è l’ultima
riferita alla persona singola, ed era proprio Giovanni:
‘E beato colui che non si scandalizza di me’. Gesù sommo
bene Figliale che non ha saputo impedire quel sacrificale
carcerale ha fatto rasentare lo scandalo a Giovanni. Può
scandalizzare ciascuno di noi. Attenti al sacrificale.

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