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Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale.
Solidarietà o carità? Solo la carità mi fa povero nello spirito
e nel corpo.
Due povertà: quella di un corpo animato e quella di uno
spirito Spiritato. Unità concezionale. Egoisticizzazione
satanica. Egoisticale: sorgente, cumulo, ricchezza di spirito.
Sacrificalità: sorgente, cumulo, povertà di spirito.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Al fare sacrificale ci si accosta pregandolo.
Quando pregate, voi dite: Padre nostro che sei nei cieli.
Preghiera sacrificale, da dire e da fare. Bene appellato e
collocato. Bene augurato e perorato; bene attualizzato: Sia
fatta la tua volontà sacrificale come in cielo così in terra.
È la volontà divina Paterna. Vuole il sacrificale suo celeste:
sacrificandosi e lasciandosi sacrificare. Vuole il sacrificale
terrestre:
- il suo: per volontà moritiva salvifica: salva morendo.
- Il nostro:
. L’attivo: quello che mi do al piacerale
. Il passivo: quello che il Padre mi dona per la mia
assoluzione presente.
Mi può sacrificare il cosmo, come il nemico: sacrificale
inimicale. Può sacrificare i miei beni: componenti. Ci può
sacrificare i beni aderenti: presiedono allo sviluppo di un
corpo animato cui il Padre ha assegnato una forma potenziale
o piccolare. Aderiscono perfettamente e necessariamente
ai bisogni della persona: cibo, vestito, abitazione.
Beni componenti e beni aderenti sono sacrificabili. La
penuria dei beni aderenti mi dà la povertà. Tocca a noi soccorrere
i poveri. Come? Trasformando l’egoisticale in
beneficale, mediante il sacrificale praticato sul piacerale e
alimentando il beneficale col mio lavoro. Senza chiare e
forti motivazioni non si prende questa via.
1) Le umane sono solo sufficienti, mi danno e alimentano
l’umana solidarietà.
2) Solo le divine sono efficienti e mi danno la divina
Carità.
La Carità fatta al semplice povero tocca il Padre. I primi
sono i poveri del Figlio. I secondi sono i poveri del Padre.
Ora siamo davanti a una scelta: solidarietà o carità? Un
cristiano e più ancora un sacerdote cosa mai dovrebbe scegliere?
Io ho scelto la carità e ho lasciato la solidarietà.
Una scelta bene oculata e motivata.
Ecco il motivo. La solidarietà mi lascia ricco nello spirito
e nel corpo. La carità soltanto mi fa povero nello spirito e
nel corpo, e questo mi interessa assai perché mi fa gola il
Regno dei Cieli. C’è un annuncio, ed è il primo dell’elenco
delle Beatitudini: ‘Beati i poveri nello spirito, perché di
essi è il Regno dei Cieli’. Vediamo questa povertà. Ci sono
due povertà:
1) Quella di un corpo animato: è la povertà esteriore:
assenza dei beni indispensabili alla vita presente,
povertà soccorribile e soccorrendo.
2) Quella di uno spirito Spiritato: è la povertà interiore.
Spirito Spiritato: dice che il mio spirito fa unità sostanziale
col Paterno; una unità da concezione battesimale
cresimata avvenuta al mio incominciare.
Un raggio divino di amore Paterno espropriato mi si è
ceduto da vivere al sacrificale. Satana me lo ha bloccato
per tagliarmi la via della risalita e me ne ha fatto amore
egoisticale funzionante per istinto.
a) L’amore egoisticale è l’unica sorgente della volontà
di ricchezza.
b) Amore sacrificale: è l’unica sorgente della volontà
pauperica.
a) La ricchezza terrena la va accumulando la egoisticità.
b) La povertà interiore la va costruendo la mia sacrificalità.
a) La povertà sacrificale mi fa povero nello spirito, ma
ricco nello Spiritato.
b) La ricchezza egoisticale mi fa ricco nello spirito, ma
mi fa squallido nello Spiritato, perché mi fa su con
la morte dell’amore.
Ecco dunque il motivo della mia scelta: solo la carità mi
fa povero anche esternamente, e mentre mi alimenta un
tenore di vita sobrio e austero nella distesa del piacerale,
soccorre i poveri esteriormente ma soprattutto interiormente,
perché non disdegnino di scegliere la povertà interiore.
Con la scelta, il mio denaro ha preso due direzioni.
I poveri del Padre sono i più. Ad essi provvede la Caritas
Italiana. I poveri del Figlio sono i meno.

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