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Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale terrestre
passiva nostra. Sui beni inerenti: la dignità umana.
Il Padre volendo la sua vuole la mia.
1) Sono degno di essere ammalato nell’amore
2) Degno dell’amore istintivizzato col mio agire
3) Degno della mia superanimalità servita dallo spirito mio

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova.
Tocca la preghiera del dire egoisticale ed ecco uscir fuori
la preghiera del fare sacrificale. Al fare sacrificale ci si
accosta pregandolo. Quando pregate, voi dite: Padre
nostro che sei nei cieli. Preghiera sacrificale, da dire e da
fare. Bene appellato e collocato.
Bene augurato e perorato; bene attualizzato: Sia fatta la
tua volontà sacrificale come in cielo così in terra. È la
volontà divina Paterna. Vuole il sacrificale suo celeste:
sacrificandosi e lasciandosi sacrificare. Vuole il sacrificale
terrestre:
- il suo: per volontà moritiva salvifica: salva morendo.
- Il nostro:
. L’attivo: quello che mi do al piacerale
. Il passivo: quello che il Padre mi dona per la mia
assoluzione presente.
Mi può sacrificare il cosmo, come il nemico: sacrificale
inimicale. Può sacrificare i miei beni: componenti: corpo
animato e spirito Spiritato. Ci può sacrificare i beni aderenti:
presiedono allo sviluppo di un corpo animato cui il
Padre ha assegnato una forma potenziale o piccolare.
Aderiscono perfettamente e necessariamente ai bisogni
della persona: cibo, vestito, abitazione.
Beni componenti e beni aderenti sono sacrificabili. Mi
può pure sacrificare i beni inerenti alla persona.
Che beni sono? Sono beni insiti nella specifica composizione
della persona. Li potrei anche chiamare beni conseguenti
la composizione della persona, ma non ne affermerei
la loro interiorità. Beni che stanno con la composizione
della persona sono:
*) La dignità. La vera discende da Dio, da noi esce la
falsa. Solo la vera ci fa degni del Figlio, la cui dignità è
sacrificale. Scende dal Figlio Gesù e ci fa degni di Lui.
Scende dal Padre.
1) In Lui ce n’è una eternale: è atto puro espropriativo di
sé e generativo del Figlio.
2) In Lui se ne dà una temporale mediante una metamorfosi
sacrificale. Pur restando atto puro si riduce a
sommo concentrato di potenzialità sacrificali che evolvendosi
daranno una successione indefinita di atti
sacrificali.
Abbiamo elencato le sue potenzialità: creatività temporale,
temporalità evolutiva (nella pienezza dei tempi sacrificali),
irradiabilità ed ecclesiabilità; ammalabilità e moribilità.
Le sue potenzialità sacrificali passano in atto nella
famiglia angelica prima, nella famiglia umana poi.
Dalla famiglia angelica trae uno spirito indispensabile per
attualizzare la sua sacrificalità nella famiglia umana.
Trae un essere infernale capace di infernalizzare: Satana.
Ci limitiamo a parlare delle sue potenzialità sacrificali
attualizzate nella persona.
1) Per dignità temporale il Padre si fa degno della messa
in malattia del suo amore.
Al mio incominciare un raggio divino di amore Paterno
espropriato mi si dà da vivere al sacrificale con una
concezione battesimale cresimata. Il Padre si cede in
mia proprietà: è la sua meità. Su di essa si avventa
Satana e me la inchioda fissandola per tutta la mia vita
presente. È la messa in malattia dell’amore Paterno.
(Sacrificale per Lui, egoisticale per me) L’operazione
satanica ha un nome: egoisticizzazione dell’amore
Paterno. Il suo amore passa da egoisticale a sacrificale
per me.
2) Degno pure della riduzione allo stato animalesco del
suo Spirito. Che stato è quello di un animale? È lo stato
in cui l’essere dispone di una forza vitale cieca, velocissima,
potentissima e infallibile che agisce su direttrici
bene specificate. Una forza vitale che noi chiamiamo:
istinto; assente nella specifica composizione
umana e che Satana ricava tagliando la comunicazione
tra spirito Spiritato e corpo animato. La forma dell’istinto
la impone allo Spirito Paterno. Seconda operazione
che chiamiamo: istintivizzazione. Non è che lo
Pneuma sfugga tale imposizione, a fedelissimo al Padre
si lascia trasformare in un Agente cieco, velocissimo,
potentissimo, infallibile, che trascina tutta l’umanità
verso la morte dell’amore.
3) Degno di essere fissato nella eterna morte dell’amore
fino allo sbocco finale eternale. Per ogni azione che si
fa istintivamente a ogni tocco di cosa o di persona
l’amore procede in morte: va al male della morte eterna.
È la temporale dignità sacrificale Paterna umanata.
Degno di ammalarsi, degno di animalizzarsi, degno di
infernalizzarsi. È la sua sconcertante piccolarità sacrificale.
Tentati di rinnegarla.
Lo ha voluto per accettazione. E questa è la sua dignità
sacrificale temporale. E il mio da chi lo ha voluto? Qual’è
la mia sacrificale dignità? Noi andiamo convinti di essere
tutt’ora pienamente persone con una dignità umana meritevole
di ogni rispetto, al cui servizio vogliamo cose, persone
e istituzioni. Ma la realtà visuata è quest’altra.
La mia dignità è tutta sacrificale. Il sacrificale tocca e incide
sull’essere stesso della persona e di conseguenza sul
suo agire. Vediamola:
1) Satana mi ha messo in malattia l’amore Paterno che mi
si è dato da vivere. Ora io mi trovo e mi sento ammalato
nell’amore. Sono degno della mia malattia. (Lo sono
pure della fisica e della morte) Non posso odiarla. Mi
hanno insegnato a odiare il peccato, ed era allora passabile
la cosa; ma ora che il mio peccato è la malattia
dell’amore non lo posso più odiare; odierei la volontà
del Padre che l’ha voluta per sé e per me. Non posso
amarla. L’accetto e me la curo col mio sacrificale attivo
e passivo, puntando alla mia guarigione.
2) Satana l’amore messo in malattia me lo ha istintivizzato
e con esso il mio agire: per istinto sento, faccio e
acconsento. La mia istintività mi ha degradato come
persona, per cui mi sento e mi dico: una subpersona.
Sono degno della mia animalità. Non la amo, ma la
supero con la sacrificalità applicata alla mia istintività.
3) Al mio spirito Satana ha lasciato tutte le sue capacità
sia intellettive che volitive. Ma le ha collocate al servizio
completo della mia egoisticità istintiva. Uno schiavo
fedelissimo che gode immensamente nel prestare il
suo servizio incessante, generoso e instancabile alla
mia egoisticità istintiva. In compenso ne riceve una
gioiosità e una instancabilità eccezionali.
Il suo lavoro e la sua fatica è prevalentemente per la mia
egoisticità. Mi trovo e mi sento superanimalizzato, e non
mi ritengo indegno di una simile degradazione e esaltazione
animalesca.
Anch’io degno della mia superanimalità. Ed ora che
mediante il sacrificale ho ottenuto il contenimento della
mia subumanità e della mia superanimalità, mi sento
meno portato al disprezzo e alla condanna di quella dei
miei fratelli: siamo tutti degni della subumanità e della
superanimalità; l’ha voluta il Padre per imposizione
mediata. La sua temporale sacrificalità umanata l’ha voluta
per accettazione; la mia per imposizione mediata.
Me l’ha imposta mediante l’azione di Satana. È questa la
mia dignità sacrificale. I suoi frutti sono amarissimi, quelli
di tutti. Davanti ad essi non ho che una risposta sola:
Padre, sia fatta la tua volontà sacrificale inimicale.

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