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Decimo dono rinnovato: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale terrestre
passiva nostra inimicale sul secondo bene inerente:
autorità umana. Gesù maestro nuovo non è venuto ad
abolire, ma a dare compimento. Lo fa: dilatando il vecchio
troppo ristretto; lo fa con l’omicidio: lo dilata con tre
nuovi mali che esigono un comportamento nuovo: riconciliazione e cedere al nemico.



Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova.
Tocca la preghiera del dire egoisticale ed ecco uscir fuori
la preghiera del fare sacrificale.
Al fare sacrificale ci si accosta pregandolo. Quando pregate,
voi dite: Padre nostro che sei nei cieli. Preghiera sacrificale,
da dire e da fare.
Bene appellato e collocato. Bene augurato e perorato;
bene attualizzato: Sia fatta la tua volontà sacrificale come
in cielo così in terra. È la volontà divina Paterna.
Vuole il sacrificale suo celeste: sacrificandosi e lasciandosi
sacrificare.
Vuole il sacrificale terrestre: il suo e il nostro. Il nostro
attivo e passivo. Il passivo cosmico e inimicale. Il nemico
mi può sacrificare: i beni componenti, i beni aderenti, i
beni inerenti.
Il secondo: l’autorità umana. Per giudicare l’umana,
occhio alla divina. C’è un’autorità che scende da Dio. È
discesa in Gesù in forma personale di Figlio.
In Gesù ne abbiamo trovata una prima: l’autorità magistrale:
di Maestro.
L’hanno tutti sentito un maestro, come tale l’hanno seguito;Gesù se l’è rivendicato in esclusiva, e i suoi lo ritenevano
il Maestro a tutti superiore: destando in tutti meraviglia
non contenibile, ma prontamente esternata: ‘Che parlare
è mai questo?
Un insegnamento nuovo dato con autorità’. Gesù è la
nuova autorità magistrale, davanti alla quale ogni altro
maestro non può che sentirsi venir meno. Eppure non ha
ottenuto scorrimento nella Chiesa dirigente ebraica, nonostante
il suo affermato rispetto all’insegnamento antico.
Erano già convinti del contrario, per questo Gesù li rassicura
(cosa non fa): ‘Non crediate che io sia venuto ad abolire
la legge e i profeti: non sono venuto ad abolire, ma a
dare compimento’. (Che cosa fa) Dobbiamo a Matteo l’attenzione
concentrata sull’azione del Maestro impegnato a
mettere tutto a nuovo.
Ha raccolto sei interventi fatti da Gesù e li ha narrati uno
dopo l’altro. Si raccolgono in due serie distinte:
1) Dilatazione. Ora trova il vecchio molto ristretto, vi
applica il nuovo e lo fa dilatare.
2) Correzione. Ora trova il vecchio gravemente inquinato
dalla egoisticità religiosa, vi applica il nuovo, purgando
e rinnovando tutto il vecchio.
Ecco gli interventi della prima serie:
*) (Quinto comandamento) Si pone davanti al vecchio
omicidio: ‘Avete udito che è stato detto agli antichi: non
uccidere, e chi avrà ucciso sarà passibile di giudizio. E ora
io vi dico: chi si adira contro il proprio fratello sarà passibile
di giudizio.
E chi gli avrà detto: stupido, sarà sottoposto al Sinedrio, e
chi avrà detto al suo fratello ‘pazzo’ sarà passibile della
Geenna del fuoco’.
Tre azioni di gravità crescente: uccidere, adirarsi, ingiuriare
e offendere.
Portano a tre tribunali: primo, secondo e supremo. È la
dilatazione dell’omicidio. Azione di morte vista in tutta la
sua estensione: uccidere fisicamente e adirarsi, ingiuria
all’umano e al divino. Dilatato il vecchio, occorre un’azione
nuova per i due:
1) Per chi ha fatto azione di morte sul fratello: ‘lascia la
tua offerta davanti all’altare e va’ a riconciliarti col tuo
fratello’. La mia azione di morte sul fratello che cosa ha
fatto? Ha provocato la sua reazione di morte su di me:
odio reattivo; sviluppo l’azione di vita contraria manifestandogli
il mio rincrescimento e così lo aiuto a sciogliere
l’azione di morte che io gli ho causato. Ma la
cosa risulta oltremodo difficile per un amore di odio
che non molla e non cede.
2) Ecco l’azione nuova per chi subisce azione di morte dal
fratello: ‘Sii condiscendente col tuo avversario, subito,
intanto che sei con lui per la strada’. Niente rivendicazione,
niente opposizione, ma cedere alle pretese del
tuo nemico: fare il piccolo, lasciarsi sacrificare.
L’amore egoisticale non vuole cedere e subire, e con la
mia resistenza mi faccio un male che dovrò sciogliere
fino in fondo. Mentre con l’amore sacrificale io mi
sciolgo il male presente, intacco quello passato e concorro
efficacemente all’insavimento del mio nemico. Il
nemico è un povero cieco e Gesù mi domanda di non
colpirlo a morte, ma invoca la mia carità: fa’ la carità a
quel povero cieco: fagli dono del tuo sacrificale.
Abbiamo di che arrossire: Gesù è il maestro nuovo, noi
siamo dei poveri discepoli fin troppo invecchiati. Non
siamo in linea col maestro nuovo.


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