Introduzione

Nel cuore del mondo ammalato, dove circola sempre più
a fatica il sangue vitale della Verità, dove ognuno di noi si
avvia alla sclerosi degli apparati circolatori della mente, del
cuore e dell’anima, dove la verità tradizionale sempre più
infarcita dal mondo tende all’infarto dell’identità della persona,
rieccoci, carissimi studenti, a riproporre un delicatissimo
ma prezioso intervento chirurgico salvifico.
Occorre proprio ‘bypassare’ da questo cuore invecchiato
e invecchiante del mondo, per renderlo un cuore nuovo e rinnovante,
capace di far ripartire con gioia la vita, e riossigenare
meglio l’organismo personale e comunitario di questo
nostro universo. Il Mistero si avvicina a noi come un presagio
di timore, per questa operazione che sempre più ci invade
e ci tocca nel cuore; ma allo stesso tempo, la soluzione più
adeguata alla Verità, a questa urgenza di approccio ad essa,
non è che questa, se vogliamo non solo lasciarci vivere, ma
vivere in pienezza. Un ponte tra noi e il Mistero, questo
‘bypass’ del cuore, che mettendoci nel rischio dell’avventura
della vita, ci permette di metterci in gioco fino in fondo, e al
più presto, per incontrarci con quella realtà di gioia e di
novità che ci viene additata ‘oltre’ il semplice passo che già
facciamo. Non lasciarci trascinare, adagiare e morire nelle
cose e nelle emozioni del momento: occorre questo passo
‘oltre’, questo ponte bypassante che ci rigeneri e ridoni a
questo mondo il senso della gioia, della vita e della serenità.


390

Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale.
Sacrificabile lo spirituale con lo scandalo. Ora lineare (il
sessuale) sempre spirituale nell’uomo religioso. Sul male
altrui parte inavvertito un colpo micidiale: giudizio di
condanna. Mi fa onniveggente sugli altri e cieco su di me.
Pagliuzza e trave. I due sacchi. Il fideato non c’è riuscito.
Ora ce la faccio col Visuato Paterno.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova.
Tocca la preghiera del dire egoisticale ed ecco uscir fuori
la preghiera del fare sacrificale. Al fare sacrificale ci si
accosta pregandolo. Quando pregate, voi dite: Padre
nostro che sei nei cieli. Preghiera sacrificale, da dire e da
fare. Bene appellato e collocato.
Bene augurato e perorato; bene attualizzato: Sia fatta la
tua volontà sacrificale come in cielo così in terra. È la
volontà divina Paterna.
Vuole il sacrificale suo celeste: sacrificandosi e lasciandosi
sacrificare. Vuole il sacrificale terrestre:
- il suo: per volontà moritiva salvifica: salva morendo.
- Il nostro:
a) L’attivo: quello che mi do al piacerale
b) Il passivo: quello che il Padre mi dona per la mia
assoluzione presente.
Mi può sacrificare il cosmo, come il nemico: sacrificale
inimicale. Può sacrificare i miei beni: i componenti:
a) il corpo animato: con la mutilazione o l’uccisione
b) Lo spirito creato: affidandogli la menzogna
c) Lo spirito divino Paterno che fa spiritato il mio:
mediante lo scandalo che mi faccia passare dalla
potenza all’atto la morte dell’amore. ‘È il male fatto
o detto, che toccando gli altri li invoglia a peccare’.
*) Che scandalizza è il male. Lo scandalo percorre la sola
via dei sensi. Su quella via devo intervenire per bloccare
la trasmissione sensibile del tocco scandaloso. Lo faccio
mutilando la funzione dell’organo e delle membra: tronco
la mano, tronco il piede, e mi cavo l’occhio. Per la funzione
mutilata Gesù annuncia un meglio. Entrare nella vita o
precipitare nella Geenna del fuoco eterno.
Ci sono tocchi scandalosi che generano uno scandalo
lineare. Così, il sesso scandalizza sessualmente. ‘Avete
udito che fu detto: Non commettere adulterio. Io invece
dico a voi: chiunque guarda una donna con desiderio di
lei, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore’.
Tutti i tocchi scandalosi possono generare uno scandalo
spirituale. È lo scandalo che devasta la persona religiosa
impegnata nella santificazione delle sue azioni. È lo scandalo
marcatamente sacerdotale.
Da questa persona, toccata sensibilmente dal male altrui,
parte fulmineo un colpo: il giudizio, che lo colpisce a
morte perché c’è la condanna: è il giudizio di condanna.
La partenza è istintiva, quindi veloce e cieca. Esce fuori
dall’amore egoisticale.
Per quell’amore io tendo a sentirmi migliore degli altri, e
quindi meritevole di ogni stima, e gli altri di ogni disprezzo.
Questo produce una crescente cecità su di me e mi fa
acutissimo lo sguardo sugli altri.
Verissimo quello che vedo negli altri: finanche la pagliuzza,
come pure è verissimo quello che non vedo in me: la
trave. Il mio giudizio non ammette esame alcuno e la mia
sentenza di condanna non ammette appello alcuno.
Scusanti, attenuanti, compassione, pietà e perdono e condono
non hanno spazio alcuno. Anche i pagani avevano
individuato un simile fenomeno umano e lo avevano
espresso in una favola. La persona porta due sacchi: uno
sul davanti e uno sul di dietro. Il primo si carica delle
malefatte altrui e tutto vede. Il secondo si carica delle proprie
malefatte e nulla vi scorge.
1) Il comando fideato non c’è mai riuscito a farmi eliminare
un tale scandalo spirituale.
2) Ora mi ci provo col Visuato Paterno e debbo dire che
ce la faccio bene.
Il male lo fa la persona, ma non per sua sola volontà attiva,
ma soprattutto per volontà Paterna. Il Padre vuole per
accettazione la morte del suo amore. Lui sono conosce fin
dove la persona se ne rende conto. Io non lo so; per questo
mi si vieta qualsiasi giudizio di condanna. La mia condanna
colpisce la persona e atterra il Padre nel cuore del
suo amore sacrificale. Ama subire la morte dell’amore
dalla sua creatura. I miei giudizi sarebbero temerari: il
male altrui lo penso integrale senza attenuanti, per condannarlo
inesorabilmente. Al male dei miei fratelli mi
sento pronto a non concedere più lo scandalo del mio giudizio
di condanna.

391

Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale.
b) Mi può scandalizzare il bene.
Il bene messianico ha fatto rasentare lo scandalo a
Giovanni Battista. Il carcere gli viene riferito un Messia
non pensato. Non di fuoco, ma remissivo. Certezza fideata
e visuata scemano. Nel dubbio provoca un pronunciamento.
Il ‘beato’ di Gesù lo salva.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova.
Tocca la preghiera del dire egoisticale ed ecco uscir fuori
la preghiera del fare sacrificale. Al fare sacrificale ci si
accosta pregandolo. Quando pregate, voi dite: Padre
nostro che sei nei cieli. Preghiera sacrificale, da dire e da
fare. Bene appellato e collocato.
Bene augurato e perorato; bene attualizzato: Sia fatta la
tua volontà sacrificale come in cielo così in terra. È la
volontà divina Paterna.
Vuole il sacrificale suo celeste: sacrificandosi e lasciandosi
sacrificare. Vuole il sacrificale terrestre:
- il suo: per volontà moritiva salvifica: salva morendo.
- Il nostro:
a) L’attivo: quello che mi do al piacerale
b) Il passivo: quello che il Padre mi dona per la mia
assoluzione presente.
Mi può sacrificare il cosmo, come il nemico: sacrificale
inimicale. Può sacrificare i miei beni: i componenti:
a) il corpo animato: con la mutilazione o l’uccisione
b) Lo spirito creato: affidandogli la menzogna
c) Lo spirito divino Paterno che fa spiritato il mio:
mediante lo scandalo che mi faccia passare dalla
potenza all’atto la morte dell’amore. ‘È il male fatto
o detto, che toccando gli altri li invoglia a peccare’.
1) Che scandalizza è il male.
2) E il bene?
Incredibile, ma vero: anche il bene mi può scandalizzare. Il
male: si identifica con Satana. Il bene: si identifica con Dio.
Dio è il sommo bene increato: in Dio c’è un sommo bene
Paterno e un sommo bene Figliale. Il sommo bene Figliale
è Gesù Cristo: il Figlio in carne umana. Gesù può scandalizzare.
Ha fatto rasentare lo scandalo nientemeno che a
Giovanni Battista. Giovanni è uscito di scena. Erode ha
messo a tacere quella voce tuonante sul suo adulterio seppellendola
nel carcere di Macheronte. Tramite i suoi discepoli
segue appassionatamente lo svolgimento delle opere
del Cristo. Si fa avanti in lui un insidioso sospetto. Da quello
che Gesù fa e da quello che Gesù dice viene fuori un
Cristo che è all’opposto di quello che aveva pensato. Aveva
pensato un Cristo pronto e deciso a ripulire l’aia di Israele
separando il buon grano dalla pula per destinarla al fuoco
inestinguibile, eccoti invece un Cristo tutto bontà, mitezza e
misericordia. Le sue certezze si vanno estinguendo. Non
solo le fideate, ma finanche le visuate. Colui che lo aveva
mandato a battezzare gli aveva fornito una indicazione precisa:
‘Colui sul quale vedrai scendere lo Spirito Santo in
forma di colomba, è colui che battezza in Spirito Santo e
fuoco’. La conferma visuata fu puntuale. Battezzato da
Giovanni, Gesù esce dall’acqua e con Lui orante si compone
la scena trinitaria: Gesù, la colomba, la voce del Padre.
La scena lo fece tanto convinto da annunciarlo a chiunque:
‘Ed io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di
Dio’. Ora la sua certezza non solo fideata, ma visuata viene
assalita da un dubbio atroce che lo fa vacillare. Da quel che
fa, forse non è Lui il Messia, e io mi sono ingannato, si dice.
Il dubbio trae alimento dalla sua condizione: incarcerato,
con la morte incombente su di lui senza che il Cristo abbia
mosso un dito per salvarlo da una fine ingloriosa. Il dubbio
lo fa spasimante. Ne vuole uscire. Incarica i suoi discepoli
a provocare da Gesù stesso una risposta risolutiva. La
domanda è stringente: ‘Sei tu il Messia o ne dobbiamo
attendere un altro?’. Prima mandati da Giovanni, ora inviati
da Gesù con l’incarico di riferire la scena cui hanno assistito:
ciechi, sordi, zoppi, lebbrosi, morti.
Di riferire pure in quale direzione va la sua parola: i piccoli
vengono evangelizzati. I piccoli sono i perseguitati per
causa del suo nome. Ma la parola che ridarrà certezza è l’ultima
riferita alla persona singola, ed era proprio Giovanni:
‘E beato colui che non si scandalizza di me’. Gesù sommo
bene Figliale che non ha saputo impedire quel sacrificale
carcerale ha fatto rasentare lo scandalo a Giovanni. Può
scandalizzare ciascuno di noi. Attenti al sacrificale.

392

Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale.
b) Mi può scandalizzare il bene.
Il bene eucaristico annunciato fa naufragare un sacco di
discepoli. Prima mormorazione, poi discussione, infine
scandalizzazione. Vagliati, i 12 si salvano per mano di
Pietro. Quello eucaristico è uno scandalo consumato. Per
i 12 si fa vicino uno scandalo crociale.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del dire
egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare sacrificale.
Al fare sacrificale ci si accosta pregandolo. Quando pregate,
voi dite: Padre nostro che sei nei cieli. Preghiera sacrificale,
da dire e da fare. Bene appellato e collocato. Bene
augurato e perorato; bene attualizzato: Sia fatta la tua volontà
sacrificale come in cielo così in terra. È la volontà divina
Paterna. Vuole il sacrificale suo celeste: sacrificandosi e
lasciandosi sacrificare. Vuole il sacrificale terrestre:
- il suo: per volontà moritiva salvifica: salva morendo.
- Il nostro:
. L’attivo: quello che mi do al piacerale
. Il passivo: quello che il Padre mi dona per la mia
assoluzione presente.
Mi può sacrificare il cosmo, come il nemico: sacrificale
inimicale. Può sacrificare i miei beni: i componenti:
a) il corpo animato: con la mutilazione o l’uccisione
b) Lo spirito creato: affidandogli la menzogna
c) Lo spirito divino Paterno che fa spiritato il mio:
mediante lo scandalo che mi faccia passare dalla
potenza all’atto la morte dell’amore. ‘È il male fatto
o detto, che toccando gli altri li invoglia a peccare’.
1) Che scandalizza è il male.
2) Mi può scandalizzare pure il bene.
Sommo bene Figliale è Gesù. Ha fatto rasentare a Giovanni
Battista uno scandalo messianico. C’è uno scandalo ancor
più grave, nel quale ha fatto naufragare un sacco di discepoli:
è lo scandalo eucaristico. Moltiplicati i pani e i pesci,
Gesù si fa introvabile. Lo beccano il giorno seguente a
Cafarnao dopo una ricerca affannosa: cercato non perché
hanno visto, ma perché hanno mangiato a sazietà.
Li sprona a procurarsi non un cibo che perisce, ma che dura
per la vita eterna. Esso pure è trovabile dal Figlio dell’uomo.
Se ne entra in possesso credendo che Colui che il
Padre ha inviato, è il pane di Dio che scende dal cielo, e dà
la vita. Gesù si identifica: ‘Io sono il pane della vita, disceso
dal cielo’.
1) Scoppia un intensa agitazione per una sfacciata menzogna:
ne conosciamo i genitori, come fa a dire che
discende dal cielo? Fanno questo per la mancanza di
attrazione Paterna. Il pane della vita è pane vivo, e chi
ne mangia vive in eterno. Al pane vivo da mangiare
accosta il segno: ‘E il pane che io darò è la mia carne
per la vita del mondo’.
2) ‘Come può costui darci la sua carne da mangiare?’. A
questo punto si accende una indignata discussione:
incredibile e assurdo darci la sua carne da mangiare.
Cannibalismo mangiare la carne di una persona. Gesù
riafferma la cosa e la completa: mangiare il suo corpo
e bere il suo sangue è condizione di vita eterna. Come
il Figlio vive del Padre, così chi lo mangia vive di Lui.
Giovanni Evangelista fa affermare ai discepoli la
durezza e la incomprensione di un simile discorso: era
meglio fare affermare un palese segno di pazzia: ma
quest’uomo è un pazzoide?
3) Il suo discorso li ha proiettati in una voragine scandalosa.
Gesù tenta di ripescarli. ‘Questo vi scandalizza? E
se vedeste il Figlio dell’uomo risalire in corpo là dove
era prima?’. ‘È lo Spirito che vivifica, la carne non
giova a nulla. Le parole che vi ho dette sono spirito e
vita’. Non li ripesca, e un sacco di discepoli se ne
vanno. Scandalo consumato. Scandalo eucaristico.
Niente affatto preoccupato di quella defezione in
massa, ti si mette a vagliare anche i dodici: ‘Volete
andarvene anche voi?’. Ciecamente Pietro salva la
situazione pericolosa. Per loro è in arrivo un altro scandalo
non più dovuto alle parole, ma ai fatti reali.
Giovanni trae scandalo dal suo sacrificale carcerale. I
discepoli dal sacrificale di Cristo mangiato. I dodici
subiranno lo scandalo della croce.

393

Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale.
Il bene può scandalizzare. Siamo allo scandalo crociale dei
dodici. Triplice predizione (tempo, luogo, contenuto e reazione).
La sua annunciazione, la sua consumazione, la sua
riparazione. Il sommo bene Figliale lo ha scandalizzati.
Noi dal sacrificale, bene sommo di provenienza Paterna.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Al fare sacrificale ci si accosta pregandolo.
Quando pregate, voi dite: Padre nostro che sei nei cieli.
Preghiera sacrificale, da dire e da fare. Bene appellato e
collocato. Bene augurato e perorato; bene attualizzato: Sia
fatta la tua volontà sacrificale come in cielo così in terra.
È la volontà divina Paterna. Vuole il sacrificale suo celeste:
sacrificandosi e lasciandosi sacrificare. Vuole il sacrificale
terrestre:
- il suo: per volontà moritiva salvifica: salva morendo.
- Il nostro:
. L’attivo: quello che mi do al piacerale
. Il passivo: quello che il Padre mi dona per la mia
assoluzione presente.
Mi può sacrificare il cosmo, come il nemico: sacrificale
inimicale. Può sacrificare i miei beni: i componenti:
a) il corpo animato: con la mutilazione o l’uccisione
b) Lo spirito creato: affidandogli la menzogna
c) Lo spirito divino Paterno che fa spiritato il mio:
mediante lo scandalo che mi faccia passare dalla
potenza all’atto la morte dell’amore. ‘È il male fatto
o detto, che toccando gli altri li invoglia a peccare’.
1) Che scandalizza è il male.
2) Mi può scandalizzare pure il bene.
Sommo bene Figliale è Gesù. Ha fatto rasentare a
Giovanni Battista uno scandalo messianico. C’è uno scandalo
ancor più grave, nel quale ha fatto naufragare un
sacco di discepoli: è lo scandalo eucaristico.
Ci si para davanti un terzo scandalo che ha travolto i dodici
apostoli: lo scandalo crociale.
*) La croce scandalizzatrice ha avuto la sua triplice predizione:
in tempi diversi: a 10, a 9, a 1 mese dal suo sacrificale.
In luoghi diversi: a Cesarea di Filippo: lontano. Nelle
vicinanze del Tabor: più vicino in Galilea. A Gerico: vicinissimo;
in Giudea si va specificando il contenuto.
1) Nella prima dice: riprovato dalla Chiesa dirigente
ebraica, avrà molto da soffrire, e sarà ucciso.
2) Nella seconda: consegnato nelle mani degli uomini, lo
uccideranno.
3) Nella terza: in adempimento di tutte le profezie messianiche:
consegnato alla Chiesa dirigente e condannato a
morte. Affidato ai pagani sarà schernito, sputacchiato,
flagellato e ucciso.
A ogni predizione la reazione che va aggravandosi nel dodici.
Alla prima: la sortita satanica di Pietro. Alla seconda: grande
tristezza, incomprensione. Alla terza: incomprensione
totale. Tra Messia ideale (appetibile) e Messia reale (indigeribile)
c’è una diversità totale. Quello ideale nella loro mente
era impassibile e immortale. In quello reale: dolore e morte.
**) Lo scandalo crociale ha avuto la sua annunciazione.
Siamo nel Cenacolo, al dialogo finale. Gesù se ne va là
dove né Giudei né apostoli lo possono seguire. Pietro vuol
sapere la destinazione: ‘Signore, dove vai?’. Se ne ha una
risposta personale. Non mi puoi seguire. ‘Come?…Sono
pronto a dare la vita per te!’. Altro che vita! E annuncia lo
scandalo. Travolgerà tutti senza alcuna eccezione. ‘Tutti
voi, vi scandalizzerete per causa mia, questa notte’.
Protesta di Pietro che non ammette la possibilità di un suo
scandalo. Ma Gesù ha in mano la realtà: ‘Prima che il
gallo canti due volte, tu mi rinnegherai tre volte’. Ma
Pietro non si lascia toccare dalla realtà e con più forza si
dichiara pronto al carcere e alla morte. L’esempio di Pietro
trascina tutti gli altri che acclamano la loro disposizione
alla morte, pur di non lasciarsi scandalizzare.
***) Lo scandalo crociale ha avuto la sua consumazione.
Davanti all’arresto di Gesù: Relicto eo, fugierunt: ‘Allora
tutti i discepoli, lasciatolo, fuggirono’. Se ritroviamo
Pietro nel cortile del palazzo del sommo sacerdote lo si
deve a buoni uffici di Giovanni; ma proprio lì si consumerà
il suo scandalo.
 ****) La preghiera di Gesù compirà la sua riparazione a
risurrezione avvenuta. Il sacrificale ha la capacità di scandalizzare
chiunque: il cosmico, ma ancor più l’inimicale,
il bellico, e da ultimo quello fisico. Assaliti riprendiamo
alla svelta e bene. Sacrificale: sommo bene.

394

Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale.
Il bene Paterno può scandalizzare. Me lo mostra il Visuato
Paterno. Enucleato:
1) Elargizione Paterna
2) Manipolazione satanica.
Urta il fideato e ne viene scandalo.
Ma è il nuovo che salva il fideato e lo scandalo esce dalla
egoisticità religiosa.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova.
Tocca la preghiera del dire egoisticale ed ecco uscir fuori
la preghiera del fare sacrificale. Al fare sacrificale ci si
accosta pregandolo.
Quando pregate, voi dite: Padre nostro che sei nei cieli.
Preghiera sacrificale, da dire e da fare.
Bene appellato e collocato.
Bene augurato e perorato; bene attualizzato: Sia fatta la
tua volontà sacrificale come in cielo così in terra. È la
volontà divina Paterna. Vuole il sacrificale suo celeste:
sacrificandosi e lasciandosi sacrificare. Vuole il sacrificale
terrestre:
- il suo: per volontà moritiva salvifica: salva morendo.
- Il nostro:
. L’attivo: quello che mi do al piacerale
. Il passivo: quello che il Padre mi dona per la mia
assoluzione presente.
Mi può sacrificare il cosmo, come il nemico: sacrificale
inimicale. Può sacrificare i miei beni: i componenti:
a) il corpo animato: con la mutilazione o l’uccisione
b) Lo spirito creato: affidandogli la menzogna
c) Lo spirito divino Paterno che fa spiritato il mio:
mediante lo scandalo che mi faccia passare dalla
potenza all’atto la morte dell’amore. ‘È il male fatto
o detto, che toccando gli altri li invoglia a peccare’.
a. Che scandalizza è il male.
b. Mi può scandalizzare pure il bene.
Sommo bene Figliale è Gesù. Ha fatto rasentare a
Giovanni Battista uno scandalo messianico.
C’è uno scandalo ancor più grave, nel quale ha fatto naufragare
un sacco di discepoli: è lo scandalo eucaristico.
C’è infine lo scandalo della croce.
Bene grande, ma non sommo. Lo è solo il Padre. Anche
Lui può scandalizzare.
Dovremmo vederlo in conoscenza.
1) Di quello lassù sappiamo dal Figlio le loro relazioni
2) Del quaggiù una sola indicazione: ‘È lo spirito del
Padre vostro che parla in voi’.
Parla in voi, non a voi, non con voi.
Cerchiamolo dunque nella persona; ma senza luce pneumatica
non c’è nulla da vedere. Solo la sua luce ce lo dà
da vedere come in uno specchio. Spunta allora il Visuato
Paterno: ‘Tutto quello che di Paterno mi sono visto dentro
alla luce Pneumatica’. Il Visuato ha un suo nucleo centrale
formato da due interventi:
1) L’elargizione Paterna: al mio incominciare parte dal
sole Paterno un suo raggio divino. Mi giunge espropriato
per cedersi in mia proprietà, dal suo Agente mi si
fa unire con una concezione battesimale cresimata
incosciente, e mi si dà vivere al sacrificale, dato che è
amore sacrificale, per cui ama piccolare.
2) La manipolazione satanica: il raggio Paterno mi giunge
votato al sacrificale suo, e Satana lo serve prontamente
e perfettamente. Giunge mio e me lo ferma in quella
posa: me ne fa amore egoisticale; messo in malattia, va
alla morte. Gli impone la forma istintiva, perché alla
morte ci vada automaticamente. Questo Visuato va a
toccare il fideato e ne scoppia uno scandalo. Ancora
credibile il fideato? Tocchi forti e sconvolgenti.
Eccoli in parallelo i più forti. Nel fideato, nel Visuato:
1) Un Dio impassibile e immortale. Un Padre passibile e
morente nell’amore.
2) Da una parte: amore beneficale. Dall’altra: amore
sacrificale.
3) Vita immortale in dono. Vita sacrificale.
4) Peccato: ribellione a Dio. Egoisticizzazione dell’amore.
5) Induce la morte fisica. Dono Paterno per l’assoluzione
presente.
6) Lo vuole la creatura. Lo vuole il Padre per accettazione.
7) Inferno: castigo di Dio. Eterna fissazione della morte
dell’amore.
Il fideato Paterno sta non bene, ma male; anzi, malissimo.
1) Chi lo salva? Lo salva il nuovo che lo rinnova. Lo fece
Gesù col fideato ebraico. Lo fa lo Pneuma con la novità
del Visuato Paterno.
2) Perché vi scandalizza? Ha un contenuto tutto sacrificale
che va ad urtare contro la egoisticizzazione religiosa.
E ne viene scandalo con una reazione fortissima che
assume forme molteplici. E la reazione inimicale non
fa che rafforzare il Visuato. Il sacrificale inimicale esce

fuori dalla egoisticità.

395

Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale. Il
Paterno fa visualizzato il Figliale rinnovando il fideato cristiano.
I termini del rinnovamento. La grave crisi del fideato
cristiano si supera col nuovo visualizzato. Lo fece Gesù. Lo
fa lo Pneuma. Se i malconciati si aprono, la Chiesa si chiude.
I cristiani maturi si chiudono, i giovani vuoti sono pronti.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del dire
egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare sacrificale.
Al fare sacrificale ci si accosta pregandolo. Quando pregate,
voi dite: Padre nostro che sei nei cieli. Preghiera sacrificale,
da dire e da fare. Bene appellato e collocato. Bene
augurato e perorato; bene attualizzato: Sia fatta la tua volontà
sacrificale come in cielo così in terra. È la volontà divina
Paterna. Vuole il sacrificale suo celeste: sacrificandosi e
lasciandosi sacrificare. Vuole il sacrificale terrestre:
- il suo: per volontà moritiva salvifica: salva morendo.
- Il nostro:
. L’attivo: quello che mi do al piacerale
. Il passivo: quello che il Padre mi dona per la mia
assoluzione presente.
Mi può sacrificare il cosmo, come il nemico: sacrificale
inimicale. Può sacrificare i miei beni: i componenti:
a) il corpo animato: con la mutilazione o l’uccisione
b) Lo spirito creato: affidandogli la menzogna
c) Lo spirito divino Paterno che fa spiritato il mio:
mediante lo scandalo che mi faccia passare dalla
potenza all’atto la morte dell’amore. ‘È il male fatto
o detto, che toccando gli altri li invoglia a peccare’.
. Che scandalizza è il male.
. Mi può scandalizzare pure il bene.
L’ha fatto il Figlio Gesù, lo sta facendo pure il Padre con
un Visuato Paterno che rinnova il vecchio fideato. Non
solo rinnova il vecchio fideato, ma pure il nuovo fideato
Figliale visualizzandolo. Ci è facile metterli a confronto.
Cosa c’era nel vecchio fideato Figliale? Cosa c’è nel
visualizzato Figliale?
1) Là un Figlio impassibile tale come Dio, non come
uomo. Qui passibile e morente nell’amore nel tempo,
immortale nell’eterno.
2) In partenza: un battesimo incosciente che cancella, che
fidea, che virtualizza, che santifica e che ecclesia. In
arrivo: un battesimo cosciente che non cancella, non
fidea, non virtualizza; che santifica e ecclesia.
3) Un battesimo e una cresima. Un battesimo cresimato.
4) Una parola veritata. Una parola spiritata.
5) Una Eucarestia: totalità di Cristo. Il solo sacrificale
crociale: corpo dissanguato nel pane e nel vino.
6) Se ne fa comunione. Se ne fa solo manducazione.
7) Una confessione assolutiva dei peccati. Una medicazione
che mi abilita ad assolvermi mediante l’arte del sacrificale.
8) La preghiera del dire che salva. La preghiera del sacrificale
che salva.
9) La salvezza conseguita con la fede e con le opere buone.
Conseguita col suo sacrificale che suscita il mio.
Il Visuato Paterno rinnova il fideato cristiano visualizzandolo.
Necessita davvero? Come sta il fideato Figliale? Sta
malissimo, alla pari del Paterno.
Ponete attenzione a quello che sta morendo: il peccato, la
preghiera, la confessione, la messa. Per quale via siamo
giunti a una crisi così grave?
Cosa avviene in una colata? Le scorie si separano dal
metallo. Cosa avviene in un candeggio?
Si libera tutto lo sporco dal tessuto. Cosa avviene in un
rinnovamento religioso?
Quando il nuovo tocca il vecchio, ne libera tutte le scorie
e ne rinnova tutto lo sporco, in modo da risultare lui pure
nuovo nella novità. Il nuovo salva il vecchio, rinnovandolo.
Senza quel tocco magico, il vecchio andrebbe incontro
a morte sicura. Così ha fatto Gesù col fideato ebraico. E di
quello che ha fatto ne ha dato puntuale spiegazione.
Visuato Paterno che fa visualizzato il Figlio sono vino
nuovo, che non riesce a entrare in otri vecchi. Ed è necessario
che sia così: spaccherebbe tutto. Non ne faccio né
lamento né minaccia.